Il duro commento del ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, a proposito dell’autonomia differenziata e l’opposizione.
Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali che ha firmato la legge sull’autonomia differenziata in alcuni punti giudicata non conforme dalla Corte Costituzionale, ha deciso di uscire allo scoperto e in una intervista a Repubblica si è sfogato contro le opposizioni che hanno commentato in malo modo le questioni legate all’autonomia e la bocciatura, in parte, da parte della Corte Costituzionale.
Calderoli, l’operato sull’Autonomia differenziata
Nel corso dell’intervista a Repubblica, Roberto Calderoli ha difeso il proprio operato in merito all’Autonomia differenziata anche al netto di alcune bocciature arrivate da parte della Corte Costituzionale.
Il ministro per gli Affari regionali e le autonomie ha spiegato di aver arato “un campo incolto e se la Corte mi dà suggerimenti sono contento”. E ancora: “Se ora applichiamo i suggerimenti costituzionali, nessuno deve più rompermi gli zebedei. Ne ho visto di peggio qui si tratta di 7 punti. Ricordo quando il Porcellum fu dichiarato del tutto incostituzionale: lo prevedevo, perché scrissi quella legge elettorale sotto la spada di Damocle delle imposizioni politiche”.
Passando al contrattacco sulla sinistra: “Ho rispetto dei giudici e ne osserverò le prescrizioni. Non entro nelle polemiche con le toghe. La sinistra si attenga a sua volta a votare le modifiche obbligate in senso costituzionale”.
I lep e il referendum
Sempre a Repubblica, Calderoli ha tenuto a fare delle precisazioni. In merito ai lep, il ministro ha detto di avere “intenzione di presentare una legge delega ad hoc. Per il resto emendamenti. Entro fine 2025 dovremmo esserci”.
Per quanto concerne la possibilità di un referendum: “Dove è scritto che vorrei spaccare in Italia? L’autonomia è solidale, forse anche troppo rispetto al comportamento di alcune Regioni. A me il referendum non fa paura perché non ho mai creduto che fosse ammissibile. E non lo credo ancora di più ora dopo l’intervento della Consulta”.